Risposta
Egregio dottore,
Il metodo ELISA per la ricerca di anticorpi IgE nei confronti di allergeni alimentari non è una novità. Nacque infatti in California circa 30 anni fa dove fu rapidamente commercializzato da ditte che fornivano un kit per il dosaggio. In quegli anni la questione della validità degli anticorpi IgG per la diagnosi di allergia alimentare fu ampiamente dibattuta e alla fine si giunse alla conclusione, espressa in uno statement Position dell'American Accademy of Allergy and Clinical Immunology, che il test non era utile per la diagnosi di allergia alimentare. In realtà la produzione di anticorpi IgG verso proteine alimentari è un fenomeno del tutto fisiologico e dipende da una normale produzione di anticorpi in conseguenza dall'assorbimento delle molecole proteiche alimentari dall'intestino. Gunnar Johansson, lo scopritore delle IgE, osservò in quel tempo che il dosaggio delle IgG specifiche per alimenti poteva essere utile unicamente per controllare l'aderenza del paziente alla dieta di eliminazione prescrittagli. Infatti se realmente un alimento viene escluso gli anticorpi IgG verso le sue proteine scompaiono. Un ruolo quindi non essenziale.
Naturalmente essendoci degli interessi commerciali il test ogni tanto viene riproposto, approfittando del fatto che ormai da tempo gli immunologi hanno smesso di parlarne (perché la questione è considerata del tutto chiusa) e quindi è più facile far passare per verità ciò che non lo è.
Nell'Istituto Allergologico Lombardo abbiamo organizzato una sezione che si occupa di allergia alimentare con tutti gli strumenti adeguati a formulare delle diagnosi corrette di allergia o di intolleranza alimentare. Si tratta di test cutanei, dosaggio IgE specifiche, test di scatenamento alimentare DC controllato con placebo, breath test al lattosio, fruttosio, sorbitolo, glucosio, lattulosio, Esofago-Gastro-Duodenoscopia con biopsie, esami per la celiachia, ecc...