I consigli degli scienziati su come evitare il COVID-19
Sono stati pubblicati gli Atti di un seminario tenutosi, il 26-27 agosto 2020, alle Accademie Nazionali di Scienze, Ingegneria e Medicina degli USA e che ha riunito esperti in scienza dell'aerosol e chimica dell'atmosfera, ingegneria edile, epidemiologia , salute ambientale, malattie infettive, medicina polmonare, salute pubblica e virologia per esaminare le evidenze scientifiche sulle modalità di trasmissione aerea del SARS-CoV-2 e formulare appropriate raccomandazioni.
I partecipanti al seminario hanno dato queste risposte scientifiche ai quesiti relativi alla trasmissione aerea del COVID-19:
- le persone emettono aerosol e goccioline in un'ampia gamma di dimensioni e concentrazioni; le goccioline si depositano rapidamente entro 1,5 m, mentre gli aerosol possono essere trasportati a distanze maggiori;
- le emissioni di aria da parte di una persona avvengono durante la respirazione, il parlare, il cantare, lo starnutire e tossire, creando una nube di gas turbolenta multifase in un continuum di aerosol e goccioline sospese; lo starnuto e la tosse producono goccioline, mentre parlare e cantare producono prevalentemente aerosol;
- le goccioline sono spruzzate sulle superfici vicine, percorrendo circa un metro e mezzo per depositarsi sugli oggetti e sul pavimento, gli aerosol invece restano sospesi nell'aria e si spostano per effetto delle correnti d’aria; in particolare gli aerosol, che possono contenere SARS-CoV-2 con capacità infettante, rimangono sospesi nell'aria per ore e possono essere trasportati a molti metri dalla sorgente;
- la trasmissibilità dipende dalla dimensione delle particelle esalate, le particelle di aerosol di piccole dimensioni richiedono una dose molto più bassa per causare l'infezione rispetto alle goccioline;
- gran parte della trasmissione di SARS-CoV-2 avviene da parte di individui asintomatici che non tossiscono o starnutiscono ed emettono principalmente aerosol con dimensioni <10 µm.;
- gli episodi di super diffusione del virus sono spiegati più facilmente dalla trasmissione di aerosol; questi possono diffondersi e accumularsi in una stanza, determinando un'esposizione sia ravvicinata che a lungo raggio;
- la trasmissione del virus in ambienti esterni è molto meno comune che all'interno;
- i pazienti di COVID-19 possono produrre aerosol con virioni intatti in grado di riprodursi in colture cellulari e che sono in grado di trasmettere la malattia dopo una sufficiente esposizione; l'emivita virale negli aerosol è di circa 1,1 ore;
- le maschere o le coperture per il viso riducono l’emissione degli aerosol e delle goccioline alla fonte del 52-90%, a seconda del tipo di maschera, dell’adattamento al viso e dell’uso; esse riducono anche l'assunzione di aerosol e goccioline da parte di chi le indossa del 25–90%, a seconda del tipo di maschera, dell’adattamento al viso e dell’uso; le barriere in plexiglass e le visiere riducono la trasmissione delle goccioline, ma non limitano gli aerosol perché questi sono trasportati nelle correnti d'aria;
- le aree affollate, al coperto e scarsamente ventilate, come bar, cinema e ristoranti possono favorire l'accumulo di aerosol carichi di virus, in particolare se le persone conversano e vi rimangono per lunghi periodi di tempo;
- le persone meno abbienti sono spesso più esposte a condizioni abituali di vita affollate, anche perchè spesso risiedono in edifici strutturalmente inadeguati;
- anche alcune condizioni di lavoro non sono sicure per i lavoratori;
- il trasporto di massa può anche rappresentare un rischio particolare per coloro che dipendono dal trasporto pubblico, a causa delle difficoltà di allontanamento sociale;
- la ventilazione può ridurre l'esposizione in un ambiente chiuso, essa dovrebbe basarsi sul grado di occupazione dello spazio interno e non vi è un grado 'unico per tutti' tale da eliminare il rischio di esposizione; la filtrazione dell’aria è un supplemento efficace alla ventilazione per ridurre le concentrazioni di aerosol in un ambiente interno;
- i sistemi di ventilazione e filtrazione degli aerei, progettati per ridurre l'accumulo di virus nell'aria della cabina passeggeri, limitano la trasmissione aerea a lungo raggio. Il maggiore rischio di esposizione sugli aerei è dovuto però alle interazioni a distanza ravvicinata, come le conversazioni “faccia a faccia” o l’affollamento in uscita dall’aeromobile;
- la luce germicida ultravioletta (UV-C) può essere utile in ambienti in cui è altrimenti difficile ventilare o filtrare, la sovraesposizione ai raggi UV può però provocare irritazioni alla pelle e agli occhi; pertanto, qualsiasi uso di raggi UV-C germicidi deve essere applicato in un modo che non esponga direttamente gli esseri umani ad esso;
- è essenziale applicare interventi a più livelli: nessun intervento sarà efficace da solo per eliminare il rischio ed è importante applicare diligentemente più azioni preventive, ragionevolmente nella misura in cui possono essere attuate. Queste misure includono l'igiene delle mani, la distanza, l'uso di maschere all'interno, la ventilazione e la filtrazione.
Per ricordare la gestione degli interventi multipli di prevenzione, William Nazaroff, dell’Università di California, Berkeley ha proposto questa filastrocca:
All'aperto è meglio che al chiuso
Permanenza breve è meglio che lunga
Mascherato è meglio che non mascherato
Socialmente distante è meglio che troppo vicino
Isolati è meglio che stipati
Silenzio è meglio che parlando
Un respiro dolce è meglio di uno vigoroso
Il rischio può essere ridotto all'interno (ma non eliminato) migliorando la ventilazione e la filtrazione dell'aria.
Fonte: National Academies of Sciences, Engineering, and Medicine. 2020. Airborne Transmission of SARS-CoV-2: Proceedings of a Workshop—in Brief. Washington, DC: The National Academies Press. doi.org/10.17226/25958