Istituto Allergologico Italiano

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Allergia Amoxicillina

Buona sera, mia figlia di tre anni ha avuto una reazione con orticaria e gonfiore dopo una somministrazione di amoxicillina. Posto che non potra' piu' usare questo antibiotico e correlati, chiedo se posso stare tranquilla, nel senso se gli altri antibiotici che puo' prendere siano ugualmente validi. Questo dubbio mi sorge perche' ultimamente ha avuto bronchite e placche in gola, e con un antibiotico (claritromicina) a guarire ha impiegato quasi due settimane. Inoltre la pediatra ha piu' volte detto che curarla in caso di, ad esempio, complicanze dell'influenza A, sarebbe piu' complicato che per un altro bambino che non abbia allergia a penicillina amoxicillinacefalosporine. Vorrei chiedere se e' vero che per lei curare complicazioni batteriche di vario genere nella sua vita sara' sempre piu' complicato che per persone non allergiche. Grazie.

Risposta

Curare un’infezione in un soggetto allergico agli antibiotici, in particolare alla penicillina, è certamente complicato, ma non bisogna scoraggiarsi perché con pazienza e competenza si trova sempre una soluzione valida. Quando si sceglie un antibiotico si considerano alcune sue caratteristiche: 1. Il potere battericida (se uccide i germi) o batteriostatico (se blocca soltanto la riproduzione degli agenti infettivi); 2. lo spettro di azione verso le diverse forme di germi, potendo essere questo più o meno allargato e, infine, 3. la tossicità. La penicillina, e tutti i suoi derivati semisintetici, è battericida, ha uno spettro di azione piuttosto ampio e infine è priva di tossicità. Non poterla utilizzare è quindi un limite. Come comportarsi se vi è una comprovata allergia alla penicillina? Nel caso d’infezioni banali sarà opportuno scegliere un antibiotico dotato di un ampio spettro antibatterico e a bassa tossicità. I macrolidi hanno queste caratteristiche pur essendo batteriostatici. A sua figlia è stata appunto prescritta la claritromicina. Per infezioni più impegnative si dovrà: 1. Cercare di individuare con degli esami colturali il germe responsabile e quindi utilizzare un antibiotico mirato dall’antibiogramma, scegliendo possibilmente un battericida dopo aver considerato gli eventuali effetti collaterali; 2. Se non si conosce il germe responsabile della malattia è bene usare una associazione di antibiotici che copra uno spettro antibatterico il più ampio possibile; 3. In entrambi i casi è indispensabile provare, prima dell’utilizzo, la tolleranza dei farmaci da impiegare con dei test di tolleranza da eseguire in ambiente specialistico protetto (day hospital) . Le cefalosporine, al pari delle penicilline, sono degli antibiotici battericidi dotati di un ampio spettro antibatterico e bassa tossicità e pertanto sono i candidati ideali a sostituire la penicillina. Tuttavia, in quanto betalattamine, comportano il rischio di una possibile reattività crociata con la penicillina. Va però precisato che se è possibile una reazione crociata con le cefalosporine di prima generazione questa è praticamente eccezionale con le più recenti. Sarà quindi sempre bene considerare, come farmaco alternativo alla penicillina, le cefalosporine di più recente introduzione la cui sicurezza, ovviamente, dovrà essere comprovata mediante un test di tolleranza, come già precisato.

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