Istituto Allergologico Italiano

Domande frequenti sui vaccini mRNA Covid-19

Il New England Journal of Medicine ha pubblicato in questi giorni una serie di FAQ (domande frequenti) sui vaccini mRNA Covid-19 a cui ha risposto Paul E Sax, Professore di Medicina alla Scuola Medica di Harvard e Specialista in Malattie Infettive. Riportiamo qui una sintesi essenziale delle risposte.

Come funzionano i due vaccini mRNA anti COVID 19?

I due vaccini attualmente disponibili in Italia, quello Pfizer / BioNTech (BNT162b2) e quello Moderna (mRNA-1273) funzionano tramite l’iniezione di RNA messaggero (mRNA). L'mRNA del vaccino è una copia artificiale del mRNA del virus, che svolge la funzione di trasportare le istruzioni alle cellule per produrre la proteina S della spicula del coronavirus SARS-CoV-2.
Dopo l'iniezione del vaccino, l'mRNA viene incorporato dalle cellule di difesa o “macrofagi” e istruisce queste cellule a fabbricare la proteina S virale. Quest’ultima esce dalla cellula e stimola la produzione di anticorpi nei suoi confronti mentre l’mRNA va incontro a distruzione. La vaccinazione quindi non contiene virus, vivi o morti, non contiene DNA o RNA virale che può replicarsi, ma solo l’RNA deputato a trasmettere informazioni e che viene degradato rapidamente. Rimane la proteina virale che da sola non può nuocere ma che stimola la produzione di anticorpi nei suoi confronti. Dato che questa proteina esplica l’importante funzione di permettere al virus di penetrare nelle nostre cellule, la produzione di anticorpi rivolti verso di essa la blocca impedendo così al virus di diffondersi nelle cellule.

Quanto sono efficaci i due vaccini?

Entrambi i vaccini sono straordinariamente efficaci. Infatti studi clinici su decine di migliaia di persone hanno dimostrato che i due vaccini hanno impedito la malattia COVID-19 nel 95% dei vaccinati rispetto ai trattati con placebo.
Non solo i vaccini hanno prevenuto la malattia dovuta a SARS-CoV-2, ma - cosa molto importante – nel 5% dei soggetti vaccinati che si sono comunque ammalati la malattia è stata lieve. Infine è bene dire che, sebbene entrambi i vaccini siano somministrati in due dosi, una certa protezione è diventata evidente già solo 10-14 giorni dopo la prima dose. Tuttavia, l’efficacia del vaccino al 95% si raggiunge dopo la seconda dose, che comunque va fatta per rafforzare il risultato. Questi risultati rendono questi vaccini tra i più efficaci che siano mai stati realizzati.

Quanto durerà l'efficacia del vaccino? Sono necessarie dosi di richiamo?

Sappiamo che gli anticorpi neutralizzanti dopo 4 mesi dalla vaccinazione col vaccino Moderna rimangono alti. Non abbiamo dati riguardanti un periodo successivo perché gli studi di efficacia dei vaccini sono iniziati nell’estate del 2020 e deve quindi trascorrere il tempo necessario perché i soggetti vaccinati nelle sperimentazioni siano controllati in tempi successivi. Quindi per ora non abbiamo informazioni sulla durata della protezione a lungo termine.

I vaccini impediscono la trasmissione del virus ad altri?

Non abbiamo per ora dati certi per il breve tempo passato dalla fine delle sperimentazioni. Tuttavia i risultati degli studi basati sulla popolazione suggeriscono che le persone senza sintomi hanno meno probabilità di trasmettere il virus ad altri. Inoltre, sarebbe altamente improbabile che un vaccino prevenga le malattie e non prevenga anche l'infezione. Per l’esperienza passata, non si conosce una vaccinazione che non prevenga entrambe. Fino a quando non ne sapremo di più, tuttavia, i vaccinati non dovranno interrompere altre importanti misure per prevenire la diffusione del Covid-19, quali tenere le distanze sociali, usare le mascherine facciali, evitare ambienti interni affollati e lavarsi regolarmente le mani.

Qual è la sicurezza a breve termine dei due vaccini?

È bene ricordare che nessun vaccino è sicuro al 100%, però entrambi i vaccini mRNA sono risultati abbastanza sicuri. Va sottolineato che i rischi della vaccinazione sono molto inferiori al rischio di ammalarsi di Covid-19. Gli effetti collaterali di questi vaccini nella maggior parte delle persone che li ricevono, riflettono la vivace risposta immunitaria che generano (infatti, questi vaccini sono definiti “reattogeni” a differenza di altri, quale il vaccino antinfluenzale). L'effetto indesiderato più comune è il dolore al sito di iniezione, specialmente nelle 12-24 ore successive alla somministrazione, che in circa l'1% dei partecipanti agli studi è stato classificato come "grave". Stanchezza e mal di testa sono altri effetti collaterali relativamente comuni; la febbre alta è meno comune. Questi effetti collaterali generalmente si risolvono entro un paio di giorni e rispondono al paracetamolo o all’ibuprofene. In generale, gli effetti collaterali sono più comuni nei soggetti vaccinati più giovani.
La paralisi di Bell è stata segnalata più frequentemente nei soggetti vaccinati rispetto ai controlli, ma i casi sono stati così pochi che non si può concludere che l’evento si è verificato chiaramente in misura maggiore nei vaccinati rispetto ai controlli. Non ci sono stati casi di sindrome di Guillain-Barré o di mielite trasversa.
Dopo la distribuzione dei vaccini nel Regno Unito e negli Stati Uniti, sono emerse segnalazioni di soggetti vaccinati che hanno manifestato gravi reazioni allergiche (anafilassi) subito dopo aver ricevuto la loro prima dose. La sostanza sospettata causare queste reazioni è il polietilenglicole, un composto presente in entrambi i vaccini. A causa di questi rari eventi, la somministrazione dei vaccini deve essere seguita da un periodo di 15 minuti di osservazione, che deve essere di 30 minuti per coloro con una storia di gravi reazioni allergiche di qualsiasi tipo.
È di fondamentale importanza sottolineare che queste reazioni allergiche sono rare (circa 1 su 100.000 dosi) e che l’essere allergici o avere avuto reazioni ad altre vaccinazioni o ai farmaci non costituisce controindicazione alla vaccinazione. Unica controindicazione assoluta è una precedente documentata allergia al polietilenglicole o una reazione anafilattica alla prima dose di un vaccino mRNA (che controindica l’esecuzione della seconda dose).

Fonte: New England Journal of Medicine